Autore: Armin Greder
Casa editrice: Orecchio Acerbo, 2002 Germania
Traduzione: Alessandro Baricco
Un uomo giunge sulla spiaggia di un’isola, indebolito, nudo. Nonostante ciò incute paura agli abitanti che lo chiudono in una vecchia stalla abbandonata, e tornano alla vita di tutti i giorni. Quando l’uomo esce perché ha fame sull’isola scoppia il putiferio: gli abitanti iniziano a vedere in lui una persona pericolosa e alla fine decidono di sbarazzarsene e di costruire un grande muro tutt’intorno all’isola per fare in modo che mai più uno straniero ci metta piede. Con questo racconto l’autore affronta i temi del razzismo e della xenofobia
La parte più bella, secondo me, è quella iniziale: quando l’uomo arriva all’isola non ha nulla ed è calmo come un bambino ma nonostante questo viene attaccato.
Questo albo illustrato è breve e semplice a prima vista, però la sua storia ha molti significati al suo interno che, ad una prima lettura, forse potrebbero sfuggire.
Mi è piaciuto molto e lo consiglio a tutti.
Citazione:
“Costruirono un muro altissimo tutt’intorno all’isola: aveva delle torri da cui si poteva sorvegliare il mare giorno e notte. Poi uccisero i gabbiani e i cormorani che passavano in volo: perché nessuno potesse sapere, là fuori, dell’esistenza dell’isola”
Questa frase del libro descrive la paura umana di ciò che ci appare è diverso e sconosciuto: avremo sempre paura di qualcosa, anche se è inesistente?
recensione e illustrazione di
Tommaso I. Jamissene 3F