SCACCO MATTO
Le cronache raccontano che fra
il norvegese Magnus
Carlsen, campione
del mondo di scacchi in carica, e la scacchiera non fu amore a
prima vista. Fatale la sorella maggiore che iniziò a studiare scacchi a scuola. Carlsen ne
fu incuriosito, volle sfidarla, e vinse. Da allora sappiamo come è andata.
Premessa necessaria per spiegare come mai il gioco sia presente in molte scuole, sollecitato anche da Miur e Coni, e di come se ne sia, per così dire, impossessato anche il nostro Istituto, a cura di alcuni docenti di Scienze Matematiche della Secondaria Savini.
Cosa c’è del resto di più logico della logica (disciplina di carattere matematico che studia le forme del ragionamento deduttivo) e cosa non è il gioco degli scacchi se non l’applicazione della logica stessa?
Eccoli quindi i ragazzi di Prima e Seconda Media impegnati, concentrati, autocontrollati nel confrontarsi vis-à-vis, in attesa del torneo interno di fine anno.
Dal divertimento al problem solving il passo non solo è brevissimo, ma addirittura intrinseco. E poi niente impedisce di sognare, sperare, augurare che tra i banchi venga fuori un altro Carlsen. Spesso si comincia per caso e ci si ritrova campioni sul serio. Ma se anche così non fosse, l’importante è aver pensato, ragionato, riflettuto.
E che scacco matto sia.
TiM
Premessa necessaria per spiegare come mai il gioco sia presente in molte scuole, sollecitato anche da Miur e Coni, e di come se ne sia, per così dire, impossessato anche il nostro Istituto, a cura di alcuni docenti di Scienze Matematiche della Secondaria Savini.
Cosa c’è del resto di più logico della logica (disciplina di carattere matematico che studia le forme del ragionamento deduttivo) e cosa non è il gioco degli scacchi se non l’applicazione della logica stessa?
Eccoli quindi i ragazzi di Prima e Seconda Media impegnati, concentrati, autocontrollati nel confrontarsi vis-à-vis, in attesa del torneo interno di fine anno.
Dal divertimento al problem solving il passo non solo è brevissimo, ma addirittura intrinseco. E poi niente impedisce di sognare, sperare, augurare che tra i banchi venga fuori un altro Carlsen. Spesso si comincia per caso e ci si ritrova campioni sul serio. Ma se anche così non fosse, l’importante è aver pensato, ragionato, riflettuto.
E che scacco matto sia.
TiM
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